19.2.06

equo e solidale: meno consumo, più sobrietà

Su "Azione Nonviolenta" di novembre 2005, c'era un articolo interessante di padre Alex Zanotelli intitolato: "Ripensare il commercio equo e solidale: meno consumo e più sobrietà".

Parte del pezzo si concentrano sul paradosso della presenza di prodotti del CES (comm. equo e sol.)nei supermercati:
-il prodotto equo e solidale nella grande distribuzione porta ad un aumento dei volumi di vendita, non accompagnati ad una adeguata sensibilizzazione dei cittadini; ci si dimentica che il CES è nato per favorire una presa di coscienza orientata al cambiamento del sistema commerciale internazionale.
-Inoltre il CES ora prospera nei fatturati ma è poco presente nelle azioni politiche.
-E ancora: il CES non dovrebbe essere uno stimolo a consumare di più, ma dovrebbe invitare ad uno stile di vita più sobrio che portia diminuire i consumi.
-La dimensione della bottega è fondamentale perchè permette di sperimentare relazioni umane e fraternità, opponendosi alla logica massificante e consumista del supermercato.
-Il sud del mondo non ha bisogno arrivino più soldi, ma di un cambiamento del sistema commerciale, che lo porti ad essere autonomo dal nord.

www.nonviolenti.org

2 comments:

Anonymous said...

Sono d'accordo! il CES per la gente non è altro che un modo per incrementare il volume degli acquisti sentendosi fieri di averlo fatto.. ma l'errore è del CES che avrebbe dovuto porsi in modo diverso fin dall'inizio o della gente che non ha compreso il suo signifiato?

Gokifranz said...

il problema è la piega che sta prendendo oggi il CES: sta perdendo di vista le sue intenzioni di partenza e si sta adeguando ad una logica di mercato. a questo punto è chiaro che la gente del supermercato (cioè la maggior parte delle persone) non comprende il suo significato: lo sta perdendo di vista il CES stesso!